lunedì 7 aprile 2014

Ventidomande a Sabrina

Sabrina la appenderei volentieri al muro.

Sia nel senso che è una ragazza complessa, ostinata, che ti ascolta con attenzione e poi no, deve fare di testa sua, che se alle 10 di sera ha un dubbio tecnico ti chiama e tu devi essere lì a cercare di capire cosa vogliano dire parole che in prima battuta sembrano buttate a casaccio mentre magari tu stai ruminando pacifico la tua cena, sia nel senso che ogni tanto ti butta lì una foto che ci rimani male, tant'è bella. E quindi la appenderei al muro - stavolta la foto - stampata benino, su carta buonina e incorniciata a modino (tutti i diminutivi mi convincono che poi anche il prezzo sia -ino).

E lo dico svincolato dal fatto che Sabrina è generosa e riconoscente e mi porta sempre cose buonissime da mangiare quando torna a casa sua in Sicilia.

Sabrina è forse quel tipo di fotografo che avrei voluto essere quando ho iniziato a fotografare. Ha un bel modo di raccontarsi nell'autoritratto e un'incoscienza nel perseguire i suoi progetti che è davvero coraggiosa.

Ma grazie al cielo non ha solo pregi fotografici: per esempio quando le si danno 20 domande, ne risponde a 12, obbligandomi a formattare in maniera diversa la pagina. Per questo le auguro briciole nel letto.

giovedì 20 marzo 2014

Ventidomande ad Erika

Avevo in mente di utilizzare questo blog anche per dare visibilità ai miei allievi per un tot di motivi. Primo perchè fa parte della mia idea di condivisione: mi piace condividere idee, raccontare come nascono, come vengono sviluppate e magari qualcuno leggendo una di queste interviste può prendere ispirazione per un proprio lavoro. Chissà.
Secondo perchè sono convinto che nella testa di chi si avvicina alla fotografia o la frequenta da un po' ci sia un mondo interessantissimo da scoprire. 
Terzo per dimostrare al mondo che sono un uomo fortunato perchè ai miei corsi c'è tutta gente più fuori di testa di me che quasi mi fa passare per una persona seria. 

martedì 25 febbraio 2014

Carnevali, tradimenti, fucili e occhiolini: le foto che non faccio.

Per chi si fosse messo in ascolto solo ora, io nella vita faccio il fotografo (zia! parlo con te).
Fare il fotografo per professione significa farlo e farsi pagare. Pare antipatico da dire così, ma giuro che non interferisce minimamente con la passione, con l'impegno, con la volontà di crescere. 

venerdì 31 gennaio 2014

I piccoli passi per diventare un ometto grande




Il postino di Candy Candy quando consegnava le lettere alla Casa di Pony aveva una faccia cupa se portava una brutta notizia (e generalmente le portava in autunno, col vento e la pioggia) oppure scampanellava allegro e sorridente se il contenuto delle missive era una buona nuova tanto attesa (e questo avveniva in primavera, con un bel cielo sereno).

Il mio postino no, ma forse perché non è un signore anziano e panciuto coi baffoni a manubrio. O forse perché non apre le mie lettere e le legge prima di metterle in buca.