lunedì 7 aprile 2014

Ventidomande a Sabrina

Sabrina la appenderei volentieri al muro.

Sia nel senso che è una ragazza complessa, ostinata, che ti ascolta con attenzione e poi no, deve fare di testa sua, che se alle 10 di sera ha un dubbio tecnico ti chiama e tu devi essere lì a cercare di capire cosa vogliano dire parole che in prima battuta sembrano buttate a casaccio mentre magari tu stai ruminando pacifico la tua cena, sia nel senso che ogni tanto ti butta lì una foto che ci rimani male, tant'è bella. E quindi la appenderei al muro - stavolta la foto - stampata benino, su carta buonina e incorniciata a modino (tutti i diminutivi mi convincono che poi anche il prezzo sia -ino).

E lo dico svincolato dal fatto che Sabrina è generosa e riconoscente e mi porta sempre cose buonissime da mangiare quando torna a casa sua in Sicilia.

Sabrina è forse quel tipo di fotografo che avrei voluto essere quando ho iniziato a fotografare. Ha un bel modo di raccontarsi nell'autoritratto e un'incoscienza nel perseguire i suoi progetti che è davvero coraggiosa.

Ma grazie al cielo non ha solo pregi fotografici: per esempio quando le si danno 20 domande, ne risponde a 12, obbligandomi a formattare in maniera diversa la pagina. Per questo le auguro briciole nel letto.