Sabrina la appenderei volentieri al muro.
Sia nel senso che è una ragazza complessa, ostinata, che ti ascolta con attenzione e poi no, deve fare di testa sua, che se alle 10 di sera ha un dubbio tecnico ti chiama e tu devi essere lì a cercare di capire cosa vogliano dire parole che in prima battuta sembrano buttate a casaccio mentre magari tu stai ruminando pacifico la tua cena, sia nel senso che ogni tanto ti butta lì una foto che ci rimani male, tant'è bella. E quindi la appenderei al muro - stavolta la foto - stampata benino, su carta buonina e incorniciata a modino (tutti i diminutivi mi convincono che poi anche il prezzo sia -ino).
E lo dico svincolato dal fatto che Sabrina è generosa e riconoscente e mi porta sempre cose buonissime da mangiare quando torna a casa sua in Sicilia.
Sabrina è forse quel tipo di fotografo che avrei voluto essere quando ho iniziato a fotografare. Ha un bel modo di raccontarsi nell'autoritratto e un'incoscienza nel perseguire i suoi progetti che è davvero coraggiosa.
Ma grazie al cielo non ha solo pregi fotografici: per esempio quando le si danno 20 domande, ne risponde a 12, obbligandomi a formattare in maniera diversa la pagina. Per questo le auguro briciole nel letto.
Sia nel senso che è una ragazza complessa, ostinata, che ti ascolta con attenzione e poi no, deve fare di testa sua, che se alle 10 di sera ha un dubbio tecnico ti chiama e tu devi essere lì a cercare di capire cosa vogliano dire parole che in prima battuta sembrano buttate a casaccio mentre magari tu stai ruminando pacifico la tua cena, sia nel senso che ogni tanto ti butta lì una foto che ci rimani male, tant'è bella. E quindi la appenderei al muro - stavolta la foto - stampata benino, su carta buonina e incorniciata a modino (tutti i diminutivi mi convincono che poi anche il prezzo sia -ino).
E lo dico svincolato dal fatto che Sabrina è generosa e riconoscente e mi porta sempre cose buonissime da mangiare quando torna a casa sua in Sicilia.
Sabrina è forse quel tipo di fotografo che avrei voluto essere quando ho iniziato a fotografare. Ha un bel modo di raccontarsi nell'autoritratto e un'incoscienza nel perseguire i suoi progetti che è davvero coraggiosa.
Ma grazie al cielo non ha solo pregi fotografici: per esempio quando le si danno 20 domande, ne risponde a 12, obbligandomi a formattare in maniera diversa la pagina. Per questo le auguro briciole nel letto.
Sabrina - Self portrait |
Vabbè, accorciamo i tempi e inizio
subito col dire che sono terrona. Sì, ci tengo alle mie origini nord africane,
sono siciliana. Poi, all'età di 20 anni presa dal desiderio di evasione, tutto
mi stava stretto, decisi di emigrare al nord con la valigia di cartone e lo
spago tutto intorno. (sorrido)
L'unico modo per andare via senza
compromettere il rapporto parentale erano gli studi e così decisi di iscrivermi
a psicologia. Si sa, i primi ad avere qualche problema sono proprio gli
psicologi e difatti ne sono piena. (sorrido)
Fondamentalmente, sono una
persona all'apparenza estroversa, aggressiva e diretta...tutta finzione! In
fondo sono timida, dolce e...ho issato le pareti per difendermi dai brutti e
cattivi, ecco.
Nella vita lavoro con i bimbi, la
mia passione! Insegno in una scuola elementare di un quartiere povero di
Torino. Oltre a ciò, essendo una psicoterapeuta, mi occupo anche di disagi
vari, sempre con e per i bimbi. Adoro il mio lavoro!
D. Come, quando e perchè ti sei avvicinata alla fotografia?
R. Nel tempo libero, faccio cose e vedo
gente (sorrido) …e mi dedico alla fotografia che sta prendendo sempre più
spazio nella mia vita...certo, ne donerei anche di più...
hgrfdcjkwrzxkrtfadzxkhy Riprendiamo il discorso fotografia, sin da quando ero
in tenera età adoravo le foto, difatti in tutte le mie foto da bambina sono
molto incazzata e poco propensa a farmi fotografare, ma mio papà era un uomo
molto sensibile e così mi fotografava lo stesso, anche con il broncetto.
(sorrido)
Sì, odiavo farmi fotografare ma
adoravo essere dietro la macchina. Ogni occasione: cresima, compleanno,
diploma, laurea e stata buona per regalarmi una macchina fotografica e così ne
ho sempre avuta una. Le persone che mi stavano intorno mi hanno sempre fatto i
complimenti per le foto, ma essendo una persona così...sì, così (sorrido) non
ho mai approfondito questo mio lato, fino a quando non mi ricordo come e perché
(rido), ma ricordo che è successo due anni fa, decisi di comprare una macchina
fotografica un po' più bella delle classiche compattine.
Ho seguito tutte i volantini con
le offerte prima di comprarla! Inizialmente, ho provato ad utilizzarla da sola,
ma mi rendevo conto che avevo bisogno di qualcuno che mi spiegasse un po' di
cose. Inizio, la mia avventura con l'università popolare, eravamo in 500 a seguire
le lezioni...provate ad immaginare! Non mi bastava, avevo ancora tanta fame e
puffffff un'amica mi invita a seguire il corso di Giarelli.
Giarelli, chi??
Il corso si è trasformato in
un'avventura e subito dopo in una dipendenza senza via di scampo. Tanto che
sono ritornata in analisi per capire cosa mi stava succedendo!! (rido, non è
vero che sono ritornata in analisi)
Le mie prime foto sono state le
classiche foto con gli amici e quelle delle vacanze. Ma, mi rendevo conto e mi
rimandavano che pur essendo classiche avevano un taglio diverso...il mio
sguardo andava oltre il manifesto. Oggi, ho voluto potenziare questo aspetto,
vorrei e voglio dare voce a ciò che è più nascosto: fatti, persone ed emozioni.
Questo, potrebbe essere legato alla mia personalità, al mio modo di
essere.
D. E adesso a che punto sei?
R. Credo di essere solo al punto di
partenza, nella mia testa ho qualche progetto surreale che ancora non sono in
grado di strutturare per mancanza di tecnica nella post produzione. Purtroppo o
per fortuna adoro le foto di un tempo, quelle di Francesca Woodman per dirne
una e non c'è tanta post produzione, ma c'è
un'infinita profondità d'animo, c'è il nudo della coscienza, la voglia
di esprimersi attraverso se stessi. Oggi, mi rendo conto che le foto non post
prodotte con effetti specialissimi piacciono a pochi. Ma, questo non mi tocca,
perché fondamentalmente la prima a cui devono piacere le mie foto sono io.
Pensateci e vi renderete conto che
invece sono molto collegati (Non voglio dirlo io perché altrimenti scendo
nelle viscere della teoria dell'inconscio...eh ZZZZZzzzzzzzzzzzzz).
Mi sento un po' borderline perché
mi trovo al limite tra la più profonda fotografia che mette in scene l'anima, i
sentimenti, l'indicibile interiorità e la fotografia che rappresenta la
finzione, lo scatto costruito grazie al potere di photoshop. Però, credo che i
due estremi non siano poi così distanti tra di loro.
D. Che genere ti piace di più fotografare? Come mai?
R. Come mi posso definire? Ad oggi
posso definirmi ritrattista e concettuale. Grazie al ritratto posso cogliere le
espressioni dei volti, gli sguardi, i sorrisi, la tristezza, la gioia...e così,
conoscere meglio la persona che ho davanti e anche me stessa...il rivedersi
attraverso l'altro diverso da me. Forse i miei studi influiscono su questo
percorso fotografico. Mi ritrovo, anche spesso, a farmi autoritratti e in
ognuno di questi rivedo parti di me conosciute, altre volte parti sconosciute o
meglio che non volevo vedere.
Credo che la fotografia possa essere
un ottimo strumento di studio e aiuto dell'essere umano e molti studi analitici
lo confermano.
La fotografia concettuale, come
dice il termine, mi aiuta ad esprimere concetti, situazioni, emozioni che a
parole non riuscirei ad esprimere.
Sicuro odio la fotografia
paesaggistica! Il tramonto, il mare, l'alba, la montagna e tutto ciò che è il
creato adoro viverlo e fissarlo dentro di me. Ovvio, anch'io ho scattato foto
alla luna piena, (sorrido) ma se vicino ci fosse stato Luca Parmitano a farmi
ciaociao con la manina sarebbe stato meglio! Ciò, per dire che nelle mie
fotografie l'essere umano è necessario.
Ultimamente, mi sto avvicinando
anche alla fotografia un po' più spiritosa, nel senso che mi diverte fare
qualche scatto che possa far sorridere. Ebbè, ridiamo anche, mica possiamo
sempre stare a riflettere e pensare sul nostro essere e non essere, sulla
nostra anima in pena che non trova l'ammmmore della sua vita. (rido)
D. Come nasce una tua idea?
R. Le mie idee nascono senza
pensarci tanto. Sì, il mio primo e unico progetto è nato senza averci pensato,
ma si è fatto strada vivendolo. Credo che vivendo la vita, le persone, le
cose...vivendo senza tanto correre, ma assaporando ciò che ci passa sotto il
naso possiamo trovare tanti spunti e idee per le nostre foto. Però, confesso
che ho delle idee in testa di fotografia concettuale che hanno bisogno di
essere studiate prima e non possono assurgere alla vita così, dal nulla.
Adesso il Giarelli mi infligge una serie di scelte:
-
foto a tutti i costi
o gentilezza? Gentilezza, sempre!
-
Naturalezza o posa?
Eeehhhhhh dipende, ma se devo scegliere vado per la naturalezza. In alcuni casi
però la posa è obbligatoria.
-
Ricercatezza o
semplicità? Sono una persona semplice, quindi semplicità! Adoro la semplicità delle
cose e delle persone.
-
Post produzione
visibile o invisibile? Anche qui dipende, ci sono casi in cui non deve vedersi!
Rido se penso ad un'amica, abbiamo riso insieme a lei, che piallò le rughe di
una signora...festeggiava i 70 anni, ma sembrava fosse ritornata indietro di
40. (rido) Invece, se si parla di fotografia surreale ovvio che la post
produzione diventa evidente, non ci sono persone sospese in aria o altre
diavolerie surreali.
-
Idea strutturata o
spontaneità? Eeeeehhhhhhhh perché o/o anche in questo caso dipende! Per me va
bene sia quella strutturata che la spontaneità.
-
Progetto fotografico
o scatto estemporaneo? Il progetto ti consente di costruire l'idea e di
metterla in scena insieme al proprio stile. Adoro i progetti! Invece, lo scatto
estemporaneo è quello che ti capita sotto gli occhi e adoro anche gli scatti
estemporanei! Non riesco a scegliere. (sorrido) Però, ultimamente sono molto
più proiettata verso il progetto e anche quando lo scatto è singolo non è
estemporaneo, ma ha un'idea dietro che però a volte non è tanto pensata, ma
affiora da sola.
-
Pizza o dolce? Pizza
sempre, anche spalmata per terra!
-
Tu e le cose
impalpabili. Cosa vorresti sapere? È una domanda sporcacciona?!
R. Io non riesco a dire quale sia la
mia foto migliore, ma c'è una foto che il Giarelli continua a dire che è bella,
che la vorrebbe a casa sua, quindi mi fido di lui e dico che è quella sulla
poltrona a testa in giù! Nasce da un contest durante il corso di fotografia, il
titolo era il rosso e avendo il divano e poltrona rossi quale migliore
occasione per utilizzarne il colore?
D. La foto o il progetto che hai in testa da un tot.
R. Mmmmm Adoro l'acqua in tutte le
sue forme: bicchiere, piscina, mare, fiume, bacinella, doccia, vasca...da un
tot vorrei fare foto in acqua sia in superficie che sotto nelle profondità.
Ciò, anche con me come soggetto. E su questo punto, me come soggetto, voglio
approfondire e continuare con scatti su me stessa. Poi, vorrei poter fare
qualche viaggio in paesi come l'Africa, l'India, il Giappone e documentare ciò
che accade. E ancora, avrei voluto fotografare donne e uomini obesi in
situazioni di leggerezza, ma è difficile trovare chi si presta, chissà un
giorno. Ora, pensavo di fare un progetto sulla fragilità dell'animo, ma ancora
non ho prodotto nessuna foto, sono ferma. Inoltre, mi è stato proposto di fare
un progetto tra donne e sono in attesa del primo incontro per capire meglio.
D. La cosa che (fotograficamente) ti dà maggiore esaltazione e quella che ti getta nello sconforto più nero.
R. Della fotografia mi esalta il
poter fermare l'attimo, lo so è banale. Ci riprovo, mi esalta il poter creare,
mettere su carta, quando stampo, altrimenti su pc (sorrido) tante sensazioni,
emozioni, persone, cose...mi esalta la luce che mi permette di scrivere e
disegnare ciò che vedo e anche e soprattutto ciò che non si vede a prima vista.
Mi butta nello sconforto più buio il non sapere ancora maneggiare come vorrei
certe situazioni e tecniche fotografiche. Vorrei poter fare tutto, ma non si
può...ci vuole pazienza e sacrificio, come dice il Giarelli.
Ma chi è questo Giarelli?
D. Chi sono i tuoi punti di riferimento? Quali foto o fotografi ti ispirano di più?
R. I miei punti di riferimento sono
in primis i miei sentimenti e le mie emozioni. Poi, mi confronto sempre con il
tizio suddetto.
Adoro come ho già detto Francesca
Woodman, Mario Giacomelli, Diane Arbus, Kyle Thompson, Brooke Shaden e tanti
altri.
D. Hai budget illimitato e solo due giorni per mettere su un’idea fotografica: cosa fai?
R. Min...zica! Cosa faccio?!! Due
giorni sono pochi per un budget illimitato!! (sospiro e mi tengo le meningi) La
fretta mi mette ansia e così non riesco a concludere. Niente, rinuncio ai soldi
e rimango a pensare ai miei miseri progetti. No no, prendo i soldi e vado di
corsa a prendere l'aereo per andare ad immergermi nel mare delle Maldive dove
c'è una mia amica che ha una barca e fa le escursioni sub tra pesci e fondali
bellissimi. Così, faccio uno dei progetti che avevo in mente. Nei due giorni
spero sia escluso il viaggio di andata e ritorno, eh!
D. Dovrei chiederti che attrezzatura usi, ma non me ne frega niente. Quindi ti chiedo: come ti vedi da grande?
R. Sì, però troppo facile dire che
l'attrezzatura non serve quando si ha una macchina fotografica da paura!! Con
obiettivi dalle lenti di cristallo di Boemia.
La scorsa estate sono stata due
ore ad aspettare lo zampillo dello Stromboli e quando finalmente la lava inizia
a sbuffare, la mia misera macchina fotografica non scatta!! Tutti scattavano e
io no... Non è stata una tragedia, perché il ricordo lo porto dentro. Però,
credo che anche l'attrezzatura ha la sua utilità! Io, per esempio, ho il
cruccio della scarsa luce. Sento l'esigenza di avere una macchina fotografica
che mi permetta di fotografare in situazioni di semi buio. Vi chiederete
perché? Fotografi i mariti che di notte
tradiscono le mogli o viceversa? No. Ma, sapere di poter fare affidamento su
una macchina fotografica che non si ingrifa ( voce del verbo ingrifare) davanti
a poca luce a me mette serenità! La luce è l'essenza e poter fotografare
l'essenza dell'essenza lo trovo magico. Ma ha un senso ciò che ho detto? Spero
di sì.
Cosa farò da grande? S'intende
quando sarò in pensione? Eh, mi vedo in giro per il mondo a far fotografie!!
Buona strada e buona luce.
Ehmmm, se abbiamo finito, posso
fare dei saluti? Sì? Bene, allora saluto mamma, nipoti, amici e tutti quelli
che mi conoscono.
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