giovedì 19 dicembre 2013

Grazie


A me lavorare la sera e la notte disturba. Preferisco svegliarmi presto, anche molto presto, e allungare la giornata facendola iniziare all'alba ma lavorare di notte mi pialla completamente. Alle 22 arrivano due scimmie e si appendono alle mie palpebre. E hai voglia a sgridarle e a mandarle via, ma che vuoi, son scimmie, non capiscono... 


Ieri notte alle 2,30 ero ancora al computer a lavorare con meticolosità certosina delle foto per un servizio beauty. Perchè tanto lo so che quelle foto verranno usate sul web. Al massimo su pieghevoli a C. Insomma su supporti che non richiedono la cura del pixel, il dettaglio a tutti i costi. E però non ce la faccio a consegnare un lavoro di cui io non sono pienamente soddisfatto. Questo genera la frustrazione di aspettarsi un corteo inneggiante sotto casa chiamato dal cliente per osannare la mia opera così curata. 

Ma in fondo ci si accontenta anche di un cliente che non vuole la consegna del lavoro ieri e che non ha intenzione di pagare alla prossima glaciazione. 


Comunque ieri notte mi son fatto rapire dal romanticismo dell'essere sveglio quando la città dorme. E pensavo che, anche se stavo perdendo diottrie a manciate dietro a pori e ricostruzione di ciglia, io son davvero fortunato. 
Ci sono giornate che non finiscono mai (ieri), ci sono giornate così piene che vorrei far chiamare da papà e dire "eh, guardi, Aldino oggi ha due linee di febbre ed non è tanto in filo" (solo a casa mia si diceva "essere in filo" per dire che si stava bene?), ci sono clienti che nella loro testa hanno foto che non esistono in natura ("mi piacerebbe una foto in cui accarezzo un ornitorinco sul Crysler Building mentre sorrido malinconicamente verso la Mole Antonelliana e, nonostante piova, un raggio di sole mi ricorda che il futuro mi aspetta a fianco di Angelina Jolie") ma alla fine della settimana - la mia tipica settimana di 45 giorni - son contento. E son fortunato. 

E perciò ringrazio. 


Grazie ad amici e parenti che mi son stati vicino, in ogni modo in cui si possa interpretare questo termine. Che hanno sopportato le mie sparizioni (quest'anno più che mai), i miei periodi di lavoro e di isolamento e che probabilmente hanno capito da sé che avevo bisogno di tempo da solo per crescere e per investire su di me. Grazie perchè non mi hanno chiesto spiegazioni e ci sono stati senza sottolineare il mio egoismo.
Spero di ricambiare in qualità, visto che in quantità sono piuttosto poverello. 

Grazie ai miei sposi, proprio tutti-tutti. Ho vissuto tutti i vostri giorni speciali come un privilegio. Ho riso, ho fatto il labbrino dell'emozione (ma di nascosto), ho visto a pochi centimetri da me la celebrazione di un grande amore in tutte le sue facce. E' stato un onore essere in prima fila. 


Grazie ai clienti che mi hanno dato fiducia, così tanta fiducia da affidarmi lavori sempre più grandi e importanti. Avete valutato che io fossi degno di quei soldi, a volte anche molti, e questo non toglie poesia al mestiere del fotografo, anzi. Mi avete permesso di mettermi alla prova in campi nuovi, di crescere di espandere il mio business verso aree nuove. 


Grazie ai miei allievi, sia i fedelissimi che i nuovi acquisti. E' una responsabilità enorme l'avermi affidato parte del vostro percorso di crescita e questo mi spinge a farmi mille domande sulla qualità dell'insegnamento che voglio trasmettere. Grazie perchè avete capito più voi me di quando io abbia capito voi. 

Grazie a chi, tra amici, sposi, clienti, allievi mi ha saputo stupire: con del cibo (in primis!!!) portato apposta per me, con regali, consigliandomi ad altri amici, allievi, clienti. 

Grazie a BNI per le persone che ho incontrato. In particolare grazie a quelle persone con cui ho mangiato qualcosa ed ho riso. Per me vuol dire che si è superato l'essere colleghi, e vuol dire tanto. 


Grazie ad Andrea, che è un ometto di buona volontà e di infinita pazienza nel lavorarmi a fianco. 

Grazie a Paola e a quel loop di "cosa vuooooooi?", "da queste foto non se ne tira fuori niente" e "andiamo a mangiare la pissa?" che è diventata la nostra amicizia, il nostro lavoro, il nostro essere Sandra e Raimondo. 


Grazie perchè io ho un piccolo sogno e tutto quanto detto qui sopra mi ci avvicina di un po'. 

Grazie a te che ti sei preso il mal di pancia di leggere questa pappardella. Ho sempre pensato che la felicità sia un bene redistribuibile: io sono felice e spero di spezzettare questo mio stato e condividerlo anche con te. 

P.S. Le foto che vedete qui, sono le foto del corso di fotografia e disegno fatto con i pazienti psichiatrici della Cooperativa Alice nello Specchio. Secondo me sono splendide. E non solo perchè abbiamo lavorato con mezzi di fortuna ma proprio perchè in queste foto c'è un percorso umano pazzesco che abbiamo fatto tutti insieme. Grazie anche a tutti loro perchè hanno riassunto molto bene me stesso e la mia attività dicendo che durante il corso, si fa un gran casino.

Un buon 2014 e un gran casino a tutti. 


3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' bello quando delle lacrime scendendo spontanee hanno del dolce pur essendo salate.

Pensa...persino le lacrime non sono coerenti.

Auguri Giarelli.
Enya

Unknown ha detto...

Grazie a te Aldo che hai saputo donare tanto e tu sai a cosa mi riferisco!!
Grazie di cuore Marcella

Anonimo ha detto...

Grazie a Te, Aldo. Anche nei momenti di "lavoro" sai trasmettere simpatia e allegria.
Ciau, Buone Feste.
Andrea